Per i circa 10.200 lavoratori di 1.152 imprese del comparto dell’edilizia industriale di Bergamo sono state presentate il 17 ottobre ad Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, le rivendicazioni sindacali in vista dell’avvio della trattativa per il rinnovo del Contratto integrativo provinciale (foto).
Per gli altri quasi 8.000 lavoratori di 1.748 imprese dell’edilizia artigiana lo stesso testo verrà illustrato alle controparti il 12 novembre.
I precedenti contratti provinciali sono scaduti nel dicembre 2023. Lo scorso giugno le rivendicazioni contenute nella piattaforma sindacale erano state inviate alla controparte Ance, che ieri al tavolo era rappresentata, tra gli altri, dalla presidente Vanessa Pesenti e dal direttore Edoardo Arcaini.
“Il settore dell’edilizia a Bergamo ha un peso importante sia dal punto di vista economico che sociale, visto che nel 2023 coinvolgeva nel suo complesso circa 18.000 lavoratori con una massa salari di 194 milioni di euro, il miglior risultato dell’ultimo decennio” hanno commentato Giuseppe Mancin di FENEAL-UIL, Simone Alloni di FILCA-CISL e Luciana Fratus di FILLEA-CGIL di Bergamo . “Questo deve darci il coraggio e la spinta giusta per gestire questa fase delicata e complessa di consolidamento ma anche di sviluppo del settore. Non partiamo da zero, negli ultimi anni a livello nazionale si è scelta in modo deciso la strada della qualificazione di imprese e lavoratori riconoscendo di fatto un ruolo decisivo alla bilateralità. Anche a livello locale abbiamo realizzato una serie di accordi che hanno redistribuito risorse della bilateralità attraverso forme di decontribuzione per le imprese e di nuove prestazioni per i lavoratori. E anche questa piattaforma vuole essere in continuità con la scelta degli ultimi contratti”.
I sindacati hanno fatto notare come “si sia facilitati da un contesto bergamasco che è già interessato da importanti investimenti pubblici in interventi strutturali strategici per il territorio, come la linea Teb2 e il collegamento ferroviario per l’aeroporto di Orio al serio. Nei prossimi anni ci sarà poi la riqualificazione della stazione di Bergamo e di Porta Sud”.
“Ora, venendo da anni di profitti, noi stimiamo una tenuta del settore anche per il prossimo triennio, e siamo dunque convinti ci siano tutte le condizioni per poter recuperare il potere d’acquisto perso dai lavoratori a causa dell’alta inflazione passata e per redistribuire ricchezza” hanno proseguito i tre sindacalisti. “Dobbiamo far sì che il rinnovo del contratto provinciale sia lo strumento utile per dare valore alle professionalità di chi opera nel settore, rendere attrattivo il lavorare in cantiere, far crescere in termini organizzativi e di dimensione le imprese”.
I sindacati hanno già svolto una serie di assemblee per discutere delle proposte inserite in piattaforma. Ecco quelle più significative:
-Al capitolo delle richieste economiche, si chiede l’adeguamento delle voci di Evr, l'elemento variabile della retribuzione, della mensa e del trasporto e l’aggiornamento di indennità ferme da oltre vent’anni. I sindacati chiedono di portare l’indennità di trasporto a 4 euro e quella di mensa a 14 euro a pasto adeguando il concorso delle spese per operai e impiegati.
-Per affrontare un ricambio generazionale sempre più urgente e il progressivo aumento dell’inserimento di lavoratori migranti nel comparto, occorre puntare sulla formazione in ingresso. Si valorizzino i corsi DDIF (acronimo per Diritto Dovere Istruzione e Formazione) e si preveda anche dopo il conseguimento del diploma di operatore edile una facilitazione retributiva nel percorso di apprendistato. Si implementi anche la formazione continua dei lavoratori e si intervenga sulla conoscenza della lingua italiana da parte dei lavoratori stranieri utilizzando le risorse dello 0,10 del fondo formazione.
-Anche in tema di salute e sicurezza le azioni di prevenzione e formazione svolgono un ruolo cruciale. Per questo si chiede di aumentare le 16 ore di ingresso con ulteriori 8 ore e di valorizzare ulteriormente il ruolo degli Rlst (i Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza territoriale) con 12 ore aggiuntive di formazione.
-È necessario, infine, inserire nuovi criteri a livello territoriale per poter utilizzare le risorse del fondo prepensionamento (a livello territoriale sono a disposizione 600 mila euro) per permettere ai lavoratori che oggi hanno difficoltà a rimanere nel settore di essere accompagnati in pensione.
“Siamo consapevoli che in questo momento vi sia una sovrapposizione dei tavoli contrattuali visto che a livello nazionale è in corso la discussione per il rinnovo del contratto. Questo potrebbe condizionare le tempistiche del raggiungimento di un’intesa provinciale. CI auguriamo che non sia così”, concludono Mancin, Alloni e Fratus.