L’automotive in Europa è al collasso e con la crisi in Italia, Germania e Belgio nei gruppi Stellantis e VW-Audi a rischio ci sono la prospettiva industriale e la tenuta occupazionale per tutta l’industria del settore del continente. Stati Uniti e Cina, intanto, difendono la loro produzione con ingenti investimenti. Per questo i sindacati chiedono risposte più che mai necessarie all’Unione europea e, in Italia, al Governo, a Stellantis e alle aziende della componentistica.
Per venerdì 18 ottobre è stato proclamato uno sciopero generale unitario del comparto da FIM-CISL, FIOM-CGIL e UILM-UIL che con i lavoratori metalmeccanici chiedono di difendere l’occupazione, il lavoro e di rilanciare il futuro dell’industria dell’auto in Italia.
A Roma, il 18 in mattinata, è prevista una grande manifestazione a partire dalle ore 9.30 con concentramento in piazza Barberini e corteo fino in piazza del Popolo, dove interverranno le lavoratrici e i lavoratori di Stellantis, della filiera della componentistica e i segretari generali di FIM-CISL, FIOM-CGIL e UILM-UIL, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella. Per raggiungere la capitale, da Bergamo partirà una delegazione di un centinaio tra lavoratori e sindacalisti su bus diretti a Milano. Da lì poi si proseguirà in treno.
“Nella nostra provincia sono diverse le aziende del settore automotive. Tra le più significative, Brembo di Curno, Somaschini di Trescore, Exide di Romano e Gruppo Mazzucconi di Ponte san Pietro, a cui si aggiungono altre realtà che producono componentistica per il settore” ha commentato Andrea Agazzi, segretario generale della FIOM-CGIL di Bergamo. “Quello del 18 ottobre è uno sciopero che si rivolge ai produttori, al Governo ma anche all'Europa perché è chiaro che ci troviamo di fronte a un processo di smantellamento dell'industria automobilistica italiana che, senza una strategia pubblica, rischia di avere un impatto su tutto il tessuto industriale italiano. Questo non è imputabile solo alla transizione energetica che è un processo inarrestabile, ma alle scellerate scelte fatte negli ultimi anni da Fiat in primis e da Stellantis poi, che hanno mirato a dividere e impoverire i lavoratori piuttosto che a produrre auto”.
Il 18 ottobre scioperano, insieme ai metalmeccanici, anche i lavoratori somministrati dell’automotive, con i sindacati di categoria NIDIL-CGIL, FELSA-CISL e UILTEMP.
“Il prezzo della crisi del settore automotive si sta scaricando pesantemente anche sulle condizioni dei somministrati” ha dichiarato al riguardo Francesco Chiesa, segretario generale di NIDIL-CGIL provinciale. “Invitiamo perciò tutti i lavoratori delle agenzie a partecipare allo sciopero. Abbiamo mobilitato la cinquantina di nostri iscritti somministrati alla Brembo di Curno e nel Gruppo Mazzucconi di Ponte san Pietro, come anche tutti gli altri ex interinali del comparto. Saremo in piazza anche perché con il DDL Collegato Lavoro approvato alla Camera e ora in lettura al Senato sarà ancora più facile per le aziende utilizzare le agenzie come strumento di estrema flessibilità e precarietà. Ad oggi esiste, infatti, un limite percentuale di impiego del 30% di dipendenti diretti o somministrati a termine, calcolato sul totale del proprio organico. Con DDL Lavoro questo tetto viene cancellato, aprendo la strada a un ricorso al lavoro precario e a tempo sempre più a misura di azienda”.
Anche gli addetti degli appalti, cioè di pulizie, mense e ristorazione, della vigilanza e del terziario che operano nelle aziende dell’automotive sono interessati “in termini solidali” allo sciopero dei metalmeccanici: “Anche i nostri lavoratori, che ugualmente sono preziosi per l’indotto nel suo complesso, sono inclusi nella mobilitazione” ha commentato Nicholas Pezzè, segretario generale della FILCAMS-CGIL di Bergamo. “La crisi dell'automotive ha infatti, com’è naturale, riflessi diretti anche sui nostri appalti che rischiano di essere notevolmente ridimensionati se non addirittura di saltare”.
È stato, invece, proclamato per venerdì 25 ottobre lo sciopero di 8 ore dei lavoratori delle aziende della gomma-plastica che producono per il comparto automobilistico.
“All’interno dell’indotto del settore automotive, un ruolo non marginale è ricoperto da coloro che producono la componentistica non meccanica e a cui vengono applicati i più svariati Contratti Collettivi Nazionali, tra cui spiccano quelli di gomma-plastica e, in alcuni casi, tessile” ha aggiunto Giuseppe Errico, segretario organizzativo di FILCTEM-CGIL provinciale. “In Bergamasca per la nostra categoria le difficoltà si erano già sentite prepotentemente con la chiusura dello stabilimento Treves di Cazzano Sant’Andrea, i cui lavoratori sono attualmente in cassa integrazione straordinaria sino a fine anno. Tutti e quaranta perderanno poi il posto. Anche altre realtà del territorio vedono oggi molta incertezza. Tra queste la Map di Osio Sotto che ha riavviato un nuovo periodo di cassa integrazione e la BM Plastic di Bagnatica che ha ridotto la produzione. Hanno attivato gli ammortizzatori sociali anche le aziende legate alle componentistiche dei trattori, come la Sole di Scanzorosciate e la Polirim di Bagnatica. Il calo delle commesse nell’automotive è, invece, spesso compensato dagli ordinativi di altri settori di produzione in aziende che hanno una diversificazione del prodotto come Radicifil di Casnigo e la Pietro Radici Industries And Brand di Cazzano. Per sostenerne produzione e occupazione, saremo in piazza il prossimo 25 ottobre”.