Quattro lettere di licenziamento per soppressione di mansione, recapitate tra lunedì 30 settembre e martedì 1° ottobre a lavoratori in forza nell’azienda anche da lungo tempo, in un caso da circa quarant’anni, in un altro da tredici. È accaduto alla Reggiani Macchine spa, azienda metalmeccanica di Comun Nuovo dove lavorano circa 200 persone. Contro questa decisione aziendale, assolutamente non prevista, al termine dell’assemblea tenuta il 2 ottobre, è stato proclamato uno sciopero immediato di un’ora. Fuori dai cancelli si è svolto anche un presidio (foto). I lavoratori hanno votato all'unanimità per tenere la protesta.
“I lavoratori licenziati sono stati costretti, da un giorno all’altro, a lasciare il proprio posto, una decisione davvero inattesa”, ha spiegato Luigi Rizzoli della FIOM-CGIL di Bergamo che, ricevuta la notizia, ha subito richiesto all’azienda un incontro, tenuto poi nel pomeriggio del 1° ottobre.
“Abbiamo informato la direzione che per noi è assolutamente irricevibile questo metodo brutale di allontanare i lavoratori. Chiediamo perciò che i licenziamenti siano ritirati e che si adottino soluzioni alternative, che prevedano l’utilizzo di ammortizzatori sociali” ha aggiunto Rizzoli. “L’azienda, da parte sua, ha invece confermato l’avvio delle procedure di licenziamento. La direzione avrebbe dovuto coinvolgerci nel confronto, per risolvere la situazione con il minor impatto possibile sui lavoratori. E invece, ha preferito impiegare questo metodo inusuale, impiegato a volte dalle aziende statunitensi, di mettere le persone alla porta da un giorno all’altro”.
I licenziamenti riguardano un addetto al cosiddetto “service”, un quadro operation, un’impiegata tecnica e un operaio tecnico.