Di seguito riportiamo l’intervento di fine 2021 e d'inizio 2022 di Gianni Peracchi, segretario generale della CGIL di Bergamo.
Il 2021 è stato l’anno della speranza dopo il dramma e le morti del 2020, dopo le chiusure e la didattica a distanza, dopo la prima e seconda ondata di Covid. Un anno trascorso con l’incognita del futuro.
Ad inizio anno è arrivata la terza ondata e si è cominciato a capire - e a temere - di non essere ancora usciti da questa sorta di incubo. Dopo i primi mesi si sono, tuttavia, registrati un rimbalzo del PIL ed una ripresa economica importanti, soprattutto, nella nostra provincia. Si sono viste, tangibilmente, ricadute positive sull’occupazione, anche se la parte da padrone l’hanno fatta i contratti a tempo determinato o in somministrazione.
La ripresa e la crescita sono state migliori di molti altri paesi europei e sviluppati.
Questa volta l’Italia si è dimostrata più reattiva ed ha messo in campo un piano per fronteggiare l’emergenza apprezzato a livello internazionale; è diventato il punto di riferimento per quasi tutti i più importanti partner occidentali.
Il 2021 è stato l’anno della vaccinazione.
Mettere a punto il vaccino, in un lasso di tempo così breve, è stata un’impresa della ricerca scientifica, sociale ed economica straordinaria, grazie ad uno sforzo cooperativo internazionale e ad un impiego di investimenti pubblici e privati inediti. Ora le vaccinazioni vanno estese su scala globale, con politiche pubbliche oculate sia per le campagne vaccinali che per i brevetti dei farmaci.
Dopo una prima reazione solidaristica e comunitaria registrata nei primi mesi del 2020 con lo scoppio dei contagi e dei morti, oggi sta prendendo forma, in una parte non irrilevante della popolazione, una deriva di pulsioni individualistiche, esoteriche, antiscientifiche, irrazionali, propense a superare l’attuale sistema democratico per approdare a modelli di tipo autoritario, con buona pace degli slogan “libertà, libertà” e “contro la dittatura sanitaria”.
A questo riguardo sono state e sono pesantissime le responsabilità di una parte della politica e delle campagne di fake sui social e nel sistema dell’informazione.
Le cause della rabbia sociale si possono ricondurre non solo alle paure ingenerate dalla pandemia ma alla mancanza di prospettive per le giovani generazioni. Oggi per una famiglia e per un giovane, per la prima volta, l’investimento in scuola e formazione non trova un corrispondente riconoscimento economico, lavorativo, sociale. Paradossalmente l’ascensore sociale non sale ma, in qualche caso, addirittura scende. E così ci troviamo a fare i conti con l’inverno demografico, l’invecchiamento e la diminuzione della popolazione, la riduzione dei consumi, la debolezza del lavoro, per giovani e donne soprattutto. Il nostro Paese ha il più basso livello dei salari guardando agli ultimi trent’anni. Siamo ultimi in Europa ed unici ad avere registrato un arretramento. Quasi tutti gli indicatori socio economici si caratterizzano per un continuo e costante rallentamento dopo gli anni ottanta, diversamente da altre realtà comparabili con la nostra.
Non è un caso che le risorse maggiori del Next Generation Eu siano state destinate al nostro paese. È qui che c’è maggiore bisogno di riforme strutturali per riaccendere il motore della crescita, del paese, dell’Europa.
Con una parola d’ordine: qualità. Qualità del lavoro, della produzione, dello sviluppo sostenibile, dell’ambiente, della transizione energetica e digitale, dei rapporti sociali ed economici, riducendo le disuguaglianze strutturali ma mantenendo la valorizzazione di specificità, competenze ed attitudini.
La pandemia potrebbe quindi diventare un’opportunità per reagire e recuperare le lacune del passato. I segnali di ripresa, come ho già detto maggiori nel nostro paese che altrove, lasciano ben sperare.
È qui che si gioca la scommessa della riuscita del PNRR. È qui, sia in Italia che a Bergamo, che si deve saper consolidare e dare strutturalità al salto in avanti che abbiamo registrato quest’anno.
In questi giorni ci dobbiamo però misurare con un nuovo ostacolo.
Dopo la terza ondata, Omicron e Delta stanno galoppando a ritmi vertiginosi con la quarta ondata. Bisogna rialzare con determinazione la guardia, trovando un equilibrio tra salute e sviluppo, sapendo che se non c’è la prima il secondo non è nemmeno immaginabile.
E di nuovo si torna alla responsabilità della politica che deve, più che in altre circostanze, fare riferimento alle indicazioni della scienza.
La campagna vaccinale, quella per la salute e la sicurezza in ogni angolo della società, della prevenzione e della profilassi devono rimanere le priorità di ogni azione di governo. Devono continuare ad essere centrali in ogni pagina dell’agenda politica, economica, sociale, sindacale.
I risultati in termini di contenimento delle vittime, di sviluppo di farmaci e vaccini di misure che contemperano salute e condizioni socio economiche fin qui sono stati positivi.
Si può fare di più? Può darsi, ma di fronte ad un nemico subdolo, letale ed invisibile come quello di un virus quasi sconosciuto, bisogna procedere con prudenza, ricerca continua di soluzioni e di cambiamenti da mettere in campo rapidamente.
Bisogna ricostruire un clima di credibilità nella scienza e nel progresso, ridare voce alla dimensione del collettivo, investire in cultura e conoscenza, smontare con pazienza e tenacia le teorie complottiste e “terrapiattiste”.
Il 2021 è stato anche l’anno del 120simo della CGIL di Bergamo. Oltre all’attività ordinaria della nostra organizzazione, che si è sempre misurata con gli accorgimenti necessari per la sicurezza di tutti i collaboratori e degli utenti, l’anno appena trascorso vanta una serie di iniziative ed eventi specifici per questa importante ricorrenza.
Ne cito i principali, realizzati grazie ad uno sforzo ulteriore delle nostre strutture, delle competenze delle compagne e dei compagni tutti della nostra organizzazione.
Il convegno con Gaetano Sateriale e Nando Pagnoncelli sull’impatto della pandemia nei rapporti sociali e nel lavoro (24 marzo), l’evento per il 120esimo anniversario nascita CGIL provinciale (21 aprile), la mostra fotografica sul Sentierone, bellissima, per dieci giorni (21 maggio - 17 giugno), il recupero della bandiera mazziniana e dei vessilli CGIL, consegnata restaurata venerdì 29 novembre. E, ancora, l’avvio del nuovo sito internet, in linea dal 22 novembre, e l’iniziativa con Orazio Bravi e Gianluigi Della Valentina per il progetto di rilancio della biblioteca Di Vittorio (22 dicembre).
Il prossimo anno avremo alcuni fronti caldi: la verifica dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la trasformazione e la digitalizzazione del lavoro e delle produzioni, i temi ambientali, le pensioni… E sul fronte interno ci misureremo con le conferenze regionali e nazionale di organizzazione, con le elezioni delle r.s.u. nel pubblico impiego e con il congresso.
Quindi sarà necessaria ancora tanta energia e una buona dose di entusiasmo.
Che queste feste siano dunque serene e di meritato riposo.
Buon anno.