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Amazon di Cividate, controllo su singoli lavoratori con telecamere e login. FILT-CGIL: “Pratica contraria a prescrizioni dell’Ispettorato del Lavoro”

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Una vera e propria classifica dei lavoratori, di quelli più rapidi nel maneggiare i pacchi e di quelli meno pronti e solleciti, prova che ciascuno viene monitorato individualmente: “Per ora prima posizione X, seconda posizione Y, terza posizione Z, quarta… tutti gli altri in coda ma siete abbastanza vicini, diamoci dentro andiamo al massimo”. Il messaggio è uno dei tanti che compaiono ogni giorno sui terminali in uso dai lavoratori del magazzino Amazon Italia Logistica di Cividate. Li ha ottenuti la FILT-CGIL di Bergamo, che sin dall’apertura del sito segue da vicino quello che accade all’interno.

A Cividate lavorano oltre mille persone, più molte con contratto di somministrazione. Dai messaggi analizzati dal sindacato risulta chiaro che viene esercitato un controllo a distanza individuale tramite login. Eppure questa pratica è in chiaro contrasto con la ratio di quanto previsto dall’Ispettorato del Lavoro (ITL) che, proprio in occasione della richiesta di autorizzazione obbligatoria, presentata da Amazon, di poter installare il sistema “Nike”, in data 30 luglio 2021 specificava: “Il sistema non potrà memorizzare, se non in formato cumulativo ed in ogni caso non riconducibile ad ogni singolo lavoratore, il tempo di stoccaggio e/o il tempo di prelievo di ciascun bene, evitando in tal modo, per ciascun singolo operatore, che si possa ricavare il tempo medio di impegno per ciascuna operazione di stoccaggio e/o prelievo della merce”.

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Il controllo non finisce qui: nel sito di Cividate sono attive 46 telecamere esterne e 437 telecamere interne. In uno scatto ottenuto dalla FILT dall’interno del magazzino (foto di copertina) in cui si vede la sala monitor, si osserva chiaramente come una delle telecamere interne sia puntata direttamente su due lavoratori all’opera.
Eppure, a seguito della richiesta di un’altra autorizzazione presentata da Amazon nel 2021, quella per l’installazione di un impianto di videosorveglianza, in data 4 giugno l’ITL specificava: “L’impianto, che registrerà solo le immagini indispensabili, sarà costituito di telecamere orientate verso le aree maggiormente esposte ai rischi di furto e danneggiamento (limitando l’angolo delle riprese ed evitando, quando non indispensabili, immagini dettagliate). L’eventuale ripresa dei lavoratori avverrà esclusivamente in via incidentale e con criteri di occasionalità”.

“Abbiamo prove documentali che attestano il monitoraggio dei singoli lavoratori attraverso il meccanismo del login in ogni postazione di lavoro e attraverso le immagini delle telecamere visionate in tempo reale, con un controllo sulla base del quale vengono poi messe in atto continue pressioni ma anche vere e proprie ritorsioni sui dipendenti. Le più classiche, ad esempio, sono l’assegnazione di mansioni più faticose o la mancata autorizzazione delle ferie richieste” ha spiegato il 2 luglio, durante una conferenza stampa, Pierluigi Costelli della segreteria della FILT-CGIL provinciale. “Eppure l’accesso alle registrazioni dei filmati dovrebbe avvenire solo dietro comunicazione ai lavoratori, comunicazione mai avvenuta, malgrado si abbia la certezza che la visione delle immagini avviene quotidianamente, e per giunta in diretta, modalità che non dovrebbe nemmeno essere contemplata”.

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“Si tratta per noi di violazioni di tale portata da non poter essere ulteriormente tollerate. Chiediamo che venga impedito anche solo potenzialmente il monitoraggio dei dipendenti e che ai lavoratori sia permesso di accedere alle postazioni senza l’utilizzo di alcuna login”, aggiunge il sindacalista. “Per quanto riguarda l’utilizzo delle immagini del sistema di videosorveglianza, chiediamo che vengano istituite delle commissioni come accade in tutte le aziende che rispettano la normativa in materia, commissioni delle quali facciano parte le RSA. Abbiamo diffidato per iscritto l’azienda dal continuare a mettere in atto questi comportamenti illeciti, e abbiamo proclamato a partire dal 14 luglio uno stato di agitazione, che prevede il blocco del lavoro straordinario (che l’azienda aveva imposto come obbligatorio per questo periodo)”.

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C’è poi un ulteriore motivo di protesta, a seguito di una terza irregolarità rilevata dalla FILT-CGIL provinciale. È quella relativa alle operazioni di controllo in uscita, a fine turno, mediante scanner da cui devo transitare i lavoratori con i loro effetti personali, borse e zaini.
“Il tempo per espletare queste operazioni è spesso di circa 10 minuti, a causa delle code che si creano. Si tratta di tempo non retribuito, sottratto quotidianamente alle persone” spiega Costelli. “Quel che è peggio è che per eseguire questo tipo di controllo l’azienda non sembra avere alcuna autorizzazione, né tantomeno è ricorsa ad un accordo sindacale. Al riguardo, abbiamo presentato una richiesta di spiegazione lo scorso 22 maggio, ma non abbiamo mai avuto alcuna risposta. In precedenza, ad aprile, avevamo richiesto l’accesso agli atti in ITL e siamo perciò certi che quell’autorizzazione non esista. I controlli in uscita dunque non sono autorizzati, sono illeciti, e per questo invitiamo i lavoratori a non sottoporvisi, fino a quando la procedura non sarà regolarizzata tramite accordo”.

Infine, la FILT-CGIL segnala da diverso tempo una disparità di trattamento dei dipendenti assunti con contratti full time da 39 ore settimanali che non ricevono alcun trattamento economico aggiuntivo. “Gli addetti alle operazioni di magazzino si trovano quindi a lavorare, ogni 2 mesi, 3 ore in più rispetto all'orario ordinario previsto contrattualmente, mentre per i manutentori meccanici l'eccedenza riguarda 8 ore in più ogni 2 mesi” conclude il sindacalista. “In tempi in cui le grandi aziende multinazionali discutono di settimane corte e diminuzione dell'orario di lavoro a parità di salario Amazon Italia Logistica con discutibili interpretazioni unilaterali del CCNL produce invece un aumento di ore di lavoro a parità di stipendio. La FILT-CGIL su questo punto ha già proceduto legalmente attraverso cause pilota che vedranno le prime udienze nel prossimo autunno”.

Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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