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Tribunale e Procura, la protesta del personale amministrativo. Un centinaio di lavoratori al presidio di via Tasso

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“Giustizia lenta? Siamo pochi” e infatti “lo straordinario è ordinario”: sono due degli slogan utilizzati mercoledì mattina, 8 maggio, al presidio dei lavoratori degli uffici amministrativi del Tribunale di Bergamo, a cui si sono uniti anche quelli della Procura, di fronte alla Prefettura di via Tasso.

In circa un centinaio hanno partecipato alla protesta contro un accordo modificato unilateralmente sull’orario di lavoro, ma anche per denunciare di nuovo una lunga (anzi lunghissima) lista di problemi, gli stessi che affliggono tutti gli uffici giudiziari di tutt’Italia: stipendi non adeguati al caro vita, salari accessori poco remunerativi e pagati anche a distanza di anni, buoni pasto fermi da vent’anni (e nemmeno accettati dagli esercizi commerciali), problemi di sicurezza negli uffici, riqualificazioni mai ottenute, mancata formazione a fronte di continue riforme del comparto, e, ancora, mansioni elettorali sempre più complesse retribuite solo dopo anni, udienze che si protraggono oltre all’orario di lavoro, Fondo Unico di Amministrazione irrisorio, procedure sulle performance del personale inutili e farsesche.

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Durante la manifestazione una delegazione di lavoratori e sindacalisti è stata ricevuta dal Viceprefetto Marisa Amabile.
“Nell’incontro in Prefettura oggi abbiamo nuovamente spiegato i motivi della protesta, come già avevamo fatto lo scorso 22 marzo, senza però avere ricevuto, dopo quel primo confronto, una risposta dal Ministero. Abbiamo chiesto al Viceprefetto, dunque, di farsi nuovamente tramite presso il dicastero della Giustizia, ma questa volta anche presso la Presidenza del Consiglio, presentando le nostre rimostranze” hanno spiegato poco fa Leopoldo Chiummo per FP-CGIL, Francesca Mezzanotte per FLP e Antonello Solimeno per USB Pubblico Impiego, con i delegati RSU di Tribunale e Procura. “Abbiamo informato la Prefettura che se nei prossimi giorni non ci saranno notizie ci ritroveremo in assemblea con le lavoratrici e i lavoratori per organizzare nuove mobilitazioni”.

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Ricordiamo che il personale amministrativo del Tribunale di Bergamo è in stato di agitazione dal 30 gennaio. La loro protesta è iniziata per la modifica unilaterale da parte della dirigenza del vigente accordo, siglato nel 2017 dopo un lungo periodo di trattativa sull’orario di lavoro. Quell’accordo è considerato da lavoratori e sindacati molto lungimirante e innovativo in materia di flessibilità: in particolare, tra le altre misure, venivano autorizzate 9 ore al mese di eccedenza oraria che potevano essere utilizzate, a ore o per l’intera giornata, entro il mese successivo.
La Dirigenza, ritenendo il plus orario ‘fuorilegge’, ha ridotto la possibilità di accumulo da nove a quattro ore, introducendo anche un limite giornaliero di 29 minuti. La modifica unilaterale ha scatenato la proclamazione dello stato di agitazione.

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Per risolvere la vertenza il 22 marzo scorso si era tenuto un primo incontro in Prefettura, a cui – su richiesta sindacale - aveva partecipato anche un esponente del Ministero della Giustizia. Era infatti intervenuto il Direttore dell’Ufficio IV del Ministero che però non ha fornito riposte esaustive sulla questione.
A quel tavolo, era stato assicurato che da Roma avrebbero presentato un interpello all’Ispettorato del Lavoro per avere una risposta definitiva sulla legittimità o meno dell’accordo ma che ci sarebbero voluti almeno sei mesi. Tutte le organizzazioni sindacali presenti, per evitare disagi ai servizi, hanno preso atto di quanto detto e hanno richiesto che la modifica unilaterale dell’accordo venisse sospesa fino alla risposta dell’interpello. La risposta è stata negativa.

Successivamente, anche le RSU della Procura della Repubblica di Bergamo si sono unite alla protesta per la grave carenza di organico che investe quell’ufficio.

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Via Garibaldi, 3 - 24122 Bergamo (BG)

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