Federconsumatori segnala che in molti punti vendita (specie nella grande distribuzione) sta sempre più prendendo forma la vendita di prodotti alimentari a "pezzo" invece che a "peso".
Questo nonostante la normativa prescriva che gli alimentari devono essere venduti a peso: per la precisione al netto della tara: cioè a "peso netto".
Anche i "pezzi" preconfezionati devono riportare il peso e il costo al chilogrammo.
Il problema si pone quando la grammatura del prodotto che si sta acquistando non corrisponde a quanto dichiarato sullo scontrino appiccicato al medesimo.
A volte il peso è diverso per vari motivi: ci sta l'errore umano di chi lo confeziona; molto spesso succede che i prodotti siano preparati e pesati alcune settimane prima della messa in vendita e, in questi casi, va registrato il caso fisiologico (succede facilmente con gli insaccati freschi); altre volte non viene calcolata la tara, ecc...
Dopo avere ricevuto alcune segnalazioni, anche a Federconsumatori ultimamente è capitato di intervenire a fare ripesare i prodotti esposti in vendita sui banchi di alcuni supermercati.
Questo però non risolve il problema alla radice: oltre alla doverosa opera di controllo da parte delle Autorità competenti, è necessario che ognuno di noi Consumatori si attivi per segnalare le situazioni fuori norma e pretendere il giusto peso al giusto prezzo.
Non ci vuole molto a controllare il peso: basta utilizzare le bilance che sono a disposizione del pubblico per verificare la corrispondenza tra quello indicato sul "pezzo" e quello che la bilancia segna effettivamente.
E nemmeno dobbiamo farci degli scrupoli; non esiste motivo per cui ci si debba far pagare più del previsto quello che compriamo.
In caso di ostruzionismo e/o rifiuto a regolarizzare quanto dovuto da parte di chi è responsabile delle vendite, non bisogna esitare a chiedere l'intervento della Guardia di Finanza.
Attenti al peso di quello che si compra (e si paga)
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