Bisogna andare ai primi tre mesi del 2020, cioè all’era pre-COVID, per trovare valori inferiori alle 884.666 ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS nel mese di settembre 2021: un dato inferiore del 74,5% delle ore autorizzate ad agosto (erano 3.470.335) e inferiore del 48,3% rispetto alle ore autorizzate a settembre 2020 (5.285.882).
Una tendenza, quella bergamasca, simile a quella nazionale, seppur con percentuali diverse: a livello nazionale la variazione tendenziale (cioè settembre 2021 su settembre 2020) è del -52,2%, mentre quella congiunturale (cioè rispetto al mese precedente) è del -41,6%.
Come a livello nazionale, la tipologia di cassa prevalente è stata la Cassa ordinaria (555.283 ore autorizzate, il 62,8% del totale) cioè l’ammortizzatore sociale che prevede la causale COVID; rispetto ad agosto la CIGO è calata del 35%; la cassa straordinaria con 146.656 ore autorizzate rappresenta il 16,% (al 100% con la causale riorganizzazione) ed è calata rispetto al mese precedente del 90,5%. Infine, la cassa in deroga con 182.727 ore autorizzate rappresenta il 20,7% del totale e cala dell’83% rispetto ad agosto.
Poiché spesso le variazioni mensili dipendono più dai tempi tecnici di approvazione da parte dell’INPS che dalle dinamiche di mercato, è utile considerare le variazioni su un periodo più lungo, prendendo in considerazione il totale dei primi tre trimestri dell’anno rispetto a quello dell’analogo periodo 2020.
Il calo, del 48,3% a livello complessivo, è stato più consistente nel settore edile (-85,6%) e nell’industria (-47,6%). Il settore del commercio, conferma la situazione di difficoltà con una percentuale che vede addirittura aumentare (+45,3%) le ore autorizzate nel 2021 rispetto al 2020.
Anche il confronto analitico dei vari settori dell’industria mette in luce settori in cui la crisi solo parzialmente è dovuta all’epidemia e il 2021 vede un aumento nel ricorso alla cassa nel 2021:
Trasporti, abbigliamento, pelli cuoio e calzature, carta stampa editoria sono i settori in cui la situazione nel 2021 non è affatto migliorata come è invece assai significativamente accaduto per settori trainanti dell’economia bergamasca come il settore metalmeccanico (-63%) o la chimica (-73%).
Anche i dati sulla disoccupazione (NASPI) resi pubblici dall’INPS confermano una tendenza al miglioramento: a livello nazionale le domande di NASPI crescono del 21% ad agosto 2021 rispetto ad agosto 2020, ma calano del 68% rispetto al mese precedente; va ricordato, però, che a giugno e luglio c’è sempre un picco di domande di disoccupazione dovute ai tempi determinati della scuola (supplenti).